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Alimento intollerante: vero o falso allarme?

ALIMENTO INTOLLERANTE: VERO O FALSO ALLARME?

Nella ricerca dei disturbi che ci attanagliano quotidianamente, andiamo spesso ad indagare quello che mangiamo, ritenendo che ciò che ingeriamo possa crearci un fastidio o un'allergia, come reazione da corpo estraneo dell'organismo verso un antigene, cioè una sostanza capace di far reagire il nostro sistema immunitario come reazione di difesa, d'offesa nei confronti di un ospite straniero che non conosciamo, che non digeriamo, che non possiamo assimilare.
Questo è il succo del problema; in vario modo lo studio delle allergie e intolleranze è molto attuale e accettato come fonte di maggior preoccupazione, come lo è la ricerca del virus e del batterio responsabili, perché trovati in simbiosi, in queste occasioni di squilibrio e di reazioni negative per il nostro corpo umano o per quello dei nostri amici a quattro zampe.
Attraverso vari metodi di ricerca, cerchiamo l'inquisito/a sostanza che ci ostacola, ci crea fastidio, perché pensiamo sia la responsabile del nostro disagio; quindi la eliminiamo dalle nostre abitudini alimentari e dopo un certo periodo stiamo meglio o peggio di prima, perché mai?
Volendo esemplificare mettiamoci nei panni di un comune mortale che sente una certa difficoltà digestiva che si traduce in disturbi d'assimilazione, in patologie collegate al disordine alimentare.
La sua strada è largamente seguita da molte altre persone, si reca dal proprio medico, col quale pianifica l'indagine allergica; si reca presso una struttura sanitaria, dove si eseguono questi saggi cutanei con varie sostanze alimentari, conservanti, prodotti vegetali e animali, sostanze chimiche di largo impiego.
Dopo alcuni giorni con l'esito in mano, ritorna dal proprio medico e analizza quanto emerso dalla ricerca: molto spesso non vi sono alimenti o altre sostanze incriminate e quindi non si procede oltre limitando un approccio più accurato nella scelta dello stile di vita.
In molti altri casi vengono scoperte reazioni positive per il pelo d'animali, per piume d'uccello, per i latticini, per i lieviti, per la farina bianca, per il nichel, per l'acido ascorbico e così via…
In questa seconda possibilità si sceglie la strada dell'eliminazione della sostanza responsabile del guaio, riuscendo ad avere temporanei miglioramenti o scomparsa dei sintomi accusati prima dell'eliminazione del prodotto ricercato ed esonerato dalle nostre abitudini.
In altri casi si verifica una reazione con risposta verso un solo gruppo d'alimenti con risultati alterni.
La medicina energetica ed in particolare la bioelettronica, si avvale di strumentazioni molto sofisticate, in grado di evitare tutte le singole puntatine o contatti diretti con le sostanze ricercate;
non avviene quindi il contatto con l'allergene ma con un elettrodo che misura un valore elettromagnetico, volutamente variabile, cioè che si modifica attraverso l'immissione nel circuito della macchina di fiale test, appositamente preparate, in grado di indicare se i valori elettrici di quella sostanza influiscono o meno sul punto del canale energetico in esame e da qui risalire alla funzione-organo interessata (tecniche E.A.V./Vega/Mora/Bicom/Sincrometro ecc..).
Il nostro comune mortale ha la risposta ai suoi problemi: abbandona l'alimento indagato e ritiene di essere in regola, non necessita d'altri aggiustamenti; peccato che queste indagini nella maggior parte dei casi costringano l'individuo ad abbandonare quanto di meglio egli trova sulla sua tavola, mi riferisco alle cosiddette intolleranza ai lieviti, farina bianca, latticini, dolciumi, cibi salati, bevande gassate, caffè, thè, alcolici ecc.
Allora che fare?
Non rimane che ripiegare sugli alimenti alternativi, o sostitutivi dei nostri più comuni alimenti che troviamo facilmente nei negozi (pasta di segale, kamut, farro, gallette di riso ecc….), allo scopo di detossicare il nostro organismo per ridurre peso e tossine accumulate per lunghi periodi in forma asintomatica, visto che sono negli alimenti.
Per esperienza personale posso affermare che questo regime sostitutivo, non dura molto, o meglio il nostro comune mortale non resiste più di tanto, sia perché stressato dalla ricerca di strani alimenti, sia perché abbandona gusti e sapori che spesso vorrebbe ritrovare e di cui fatica troppo a farne a meno; ragion per cui si torna a prima, si riprende peso o si accettano i disturbi pensando che in fondo sono sopportabili.
Morale della favola: tanta fatica per niente?
Entrambi i sistemi d'analisi, hanno una loro validità, ma si parte sempre volendo incriminarne una, quella sostanza, dimenticando che quella stessa sostanza entra in una persona che reagisce in maniera diversa ad un altra suo simile, pur mangiando la stessa cosa.
Quindi la ricerca pura come viene impostata non tiene conto della persona in senso olistico, globale e quindi pecca di mancata attenzione all'alimento che crea disagio, in funzione della costituzione, del temperamento, del modo di sentire, di mangiare di vedere e di agire emotivamente, fisicamente e intellettualmente.
L'alimento quindi, non ha solo una funzione nutritiva,ma diventa il veicolo per rigenerare la nostra energia vitale, mescolandosi al nostro corpo in vario modo.
Una fragola non è fatta per dare allergia, ma è la persona che la mangia che sviluppa allergia, quindi se togliamo la fragola avremo senz'altro sospeso una causa temporanea, ma non l'unica, perché per fare un test d'intolleranza dovremmo tener conto della fragola in quella persona e non in un'altra.
Ritengo che questo sia il motivo del limite tecnico delle macchinette o ancor peggio degli antigeni vari immessi nella nostra pelle, allo scopo di cercare quella molecola di quella sostanza incriminata; non va dimenticato che un alimento evoca un sapore cui corrisponde un corredo d'analogie energetiche molto vasto e quindi non possiamo pensare all'intolleranza come ad un meccanismo automatico matematico d'addizione e sottrazione per avere un risultato, ma dobbiamo anche moltiplicare quell'alimento per una serie di circostanze, dividerlo per altrettante situazioni personali che solo con un approccio olistico ed in particolare con la tecnica dell'iridologia olistica integrata cerchiamo di ottenere per una personalizzazione della scelta alimentare, che potenzia di conseguenza l'efficacia di rimedi naturali quali soprattutto quelli omeopatici.
(Francesco Dr. Vignoli - Consulente d'Iridologia Olistica)

 
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